28 Agosto 2007

 

 

Perché ogni volta è uguale: questo languore che guida i miei sentimenti verso un posto spoglio dove riposa il …”niente”. Non so se si tratti di delusione. Non vorrei che lo fosse, perché non avrei saputo fare di meglio, questa volta, per disilludermi di qualsiasi cosa avesse potuto succedere. Eppure sono un’altra volta arrivato al capolinea della vuotezza e del suo candore inumano e triste.

Ancora una volta le canzoni mi fanno compagnia e mi spingono sempre più velocemente ad affacciarmi sul pozzo dove sono sprofondate le mie speranze... dove non le potrò riavere.

Ancora una volta mi ritrovo ad osservare come un ebete quella tenda davanti alla finestra che si muove a tratti, leggera con la brezza della sera.

Ancora una volta mi trovo a spostare quella tenda per cercare di guardare oltre… di “guardarti” dove la foschia delle nubi si confonde con le colline all’orizzonte.

Ancora una volta sono qui che ti penso. Ma questa volta è diverso. Non mi riesce di immaginare il tuo viso. Proprio non ce la faccio: è come se ci fosse qualcosa che mi sfugge, ma non so perché. Forse sei proprio tu che mi sfuggi tanto velocemente che non riesco a starti dietro.

Il destino è proprio strano.  Raramente, per non dire proprio mai, riesco a  seguirlo ed a trovare una simil-logica al suo andare, …a quelli che in realtà, a prima vista, mi sembrano sempre degli scherzi. Anche l’amore, o quello che è quella tenerezza che sento si strugge ogni volta dentro al mio cuore, mi è spesso così incomprensibile che preferisco lasciar perdere la logica e cercare di focalizzare il mio io su quella sensazione che come un filo d’argento sembra cucire i miei pensieri attorno a te… inesorabilmente… non so se solo io possa percepirla, ma sento che per me questo filo è intoccabile, indistruttibile: così tangibile da pensarlo vero… perdonami…

 

Ancora una volta mi sento solo. …Sempre di più.

 

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