PIAZZA, BELLA PIAZZA...

 

 

Se penso che questa Piazza, che stasera ci ha accolto da amici lontani, più probabilmente da conoscenti, è la stessa, che ormai dieci anni fa vide nascere quell’intesa che nel ricordo ancora mi accompagna, fatico davvero a credere di star vivendo la solita vita di allora.

Adesso che dopo nove mesi ti rivedo e dopo un anno, o forse più, ri-incrocio il tuo sguardo col mio, mi trovo a sognare i tuoi lineamenti a tratti forti, ma perfetti, senza vane speranze o troppi rimpianti, ma con in mente una sola cosa: la tua faccia ovoidale, rossa e coperta di trucco.

Ricordo, sai, la tua camicetta bianca annodata in vita, come ricordo la tua gonna blu scura sopra il ginocchio.

Era l’inizio di un caldo agosto 1997.

Eravamo così piccoli e per certi versi patetici che mi è difficile, adesso, ricordare quali erano i miei sogni di allora e le mie reali aspettative.

Certo, se avessi visto il mio futuro non so dire se la vita di uno che alle due di un sabato notte pre-estivo si trova a scrivere parole e ricordi fosse quello che sognavo, o quantomeno, remotamente speravo.

So solo che in questo momento ho in testa la tua faccia piuttosto di quella di “lei”, bellissima, che da un anno rincorro senza mai raggiungere.

Avete lo stesso nome voi due, “tu” e “lei”, non so se è il mio vero destino legare i miei sentimenti ad esso, oppure soffrire per una persona con questo nome. So solo che in questa notte penserò a te, cara “amica” mia.

A settembre dello scorso anno, ti sei sposata, mi pare fosse il nove ( il mio numero preferito…), ma non ne sono sicuro. Io ti ho vista, segretamente, tu invece non mi hai notato.

Non so quanto tu sia felice, …ti auguro sinceramente di esserlo e di esserlo tanto, ma altrettanto sinceramente, è inutile negarlo, ogni volta che ti vedo, rivive il passato, mentre il presente si scolora e muore ed il futuro crolla su se stesso.

Rivedo nella mia vita di oggi gli stessi errori di ieri, ma so che non riuscirò  cambiarli, perché purtroppo essi fanno parte di me, di ciò che ero, e descrivono ciò che sono adesso. Forse tra altri dieci anni, quando e se sarò padrone delle mie azioni, ricorderò ancora questi tempi del presente, e con essi il passato, e con il passato, …te.

Non riesco ad immaginarmi tra dieci anni. So quello che ero dieci anni fa ed ho presente ciò che sono diventato: …che fallimento…

…Di una cosa sono certo: più passa il tempo e più i sogni muoiono. Più passa il tempo e meno riesco a realizzarmi. Per paura e codardia non sarò mai ciò che vorrei essere e di conseguenza, mai sarò pronto ad affrontare di petto la vita… ed il tuo viso di stasera mi è testimone.

Esso era un sogno, così come potrebbe rivelarsi il mio presente di oggi proiettato nel futuro del domani.

 

Se ci penso bene non mi resta molto di questa sera tranne la tua immagine.

A “pelle”, mi sembra vuota e fredda, ma se mi guardo nel cuore, …perdonami…, ma io mi accorgo che ti amo ancora, come amo il passato, …e come amo la speranza.

 

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