2 MAGGIO 2007

Ricordo quasi tutti i giorni del mio compleanno. Fotografie che rimangono impresse nella mia mente come lo scorrere della sabbia attraverso una clessidra.

Brevi momenti felici sono quelli in cui un amico lontano ti fa gli auguri, pura noia quando senti ripetere ai parenti sempre, ogni anno, puntualmente gli stessi discorsi. Alla fine ogni compleanno che passa sta lì a segnare un anno che avanza, o meglio un anno che è finito.

Il tempo passa e scorrono questi anni lasciando solo noia, incompiutezza e troppe insoddisfazioni. Forse non sono mai stato davvero felice.

C’è qualcosa che non va: sento di non essere ciò che vorrei. Mi sento obbligato a fare cose per apparenza o per “trovarmi bene domani”. Il mio rapporto con la gente è strano. A volte mi piace stare in compagnia, altre volte mi accorgo, però, che il vero mio io esce solo quando sono solo, e in questo periodo è il mio io che vorrebbe uscire ed emergere dalla mia persona. Altre volte sto con la gente solo perché so che dovrei starci, ma in realtà, in queste situazioni, mi sento un peso per quelli che mi stanno accanto.

Non ho voglia di stare con la gente, ma sento che dovrei, per apparire “normale” agli occhi dei miei genitori e dei miei amici. Amici che in alcuni casi non reputo neanche tali, ma solo una compagnia adatta a passare tempo inutile senza pensarci su tanto. Questo non è bello…

 

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