4:47 AM

sb

Il Gallo che canta alla campagna che nel tepore di un alba di agosto si va svegliando, mi trascina fuori dall'oblio fatato di sogno che sta per vincere la mia insonnia.

Nella nebbia rarefatta delle sensazioni notturne rimango appiccicato a quel tuo sguardo celeste, quasi bianco, di una nostalgia che sa di amarezza. Il buio mi parla dei tuoi capelli castani chiari che nel flash fotografico di una pellicola in bianco e nero si accendono di riflrssi di luce, bianchi anch'essi.

Potessi percorrere il tempo, potessi chiamare per nome ogni volto, cantare di tempi che non conosco...

...Invece son qui, palpitante, in un letto caldo d'estate, con le mani serrate su una nostalgia che struggendo se ne va e che mi rende incapace di capire chi sei, chi siamo e perchè siamo quì, così...

Chiudo gli occhi su una lacrima apparentemente di poco valore e provo a tuffarmi  di nuovo nel buio dell'incoscenza sonnanbula, sperando di trovarti ancora come vorrei.

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