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2:44 Segna l'orologio sulla mensola della mia camera ed io intontito da una di quelle sbronze un po' malinconiche, quasi non soono capace di farlo scrivere alla mia mano tremante.

Ciao, giovane donna dagli stivali sospesi sul tacco quadrato. Ti ho trovata nell'anticamera della toilette. Di te non conosco il nome e se non rivedessi il colore nocciola dei tuoi occhi non riconoscerei neanche la tua faccia carina e sorridente.

Sei tu quella ragazza con la quale, stasera, mi piacerebbe parlare dell'oggi, del se (e del Sč) e del domani, quando il domani potrebbe essere o sarą...

E mentre la mia mente non riesce che a favoleggiare, odo i rintocchi del campanile, che mi ricordano she oramai sono le 3:00.

Ma la tua voce gentile, stasera ha ferito le mie orecchie, e mi ha stampato una cicatrice sul cuore.

Vorrei dirti tante cose, fermarti solo un istante prima che la forza delle tue braccia vinca la resistenza dell'uscio che ci separa dalla birreria... ma č un momento lungo quanto una esitazione tremula. Tu sorridendo, mi guardi, e te ne vai...

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